Dalla volontaria di Gazzella a Gaza – 11 aprile 2018

Pubblicato il 12 aprile 2018 da Gazzella
 

-Ospedali Pubblici e strutture di prima accoglienza sanitaria nell’emergenza. Ci si prepara ad un altro venerdì di sangue.
La Striscia di Gaza, 360  km2 di estenzione, è abitata da  1milione e 880 mila palestinesi. Il 43% della popolazione ha meno di 14 anni, la povertà interessa il 56% dei palestinesi e la disuccupazione il 60%.
Dal 2013 il 56% dei dipendenti  del ministero della salute di Gaza, pari a  5.238 persone,  stanno lavorando percependo il 40% – 50% del loro salario, mentre gli addetti alle pulizie degli ospedali da 6 mesi non ricevono  il salario e in molti hanno abbandonato il lavoro con le immaginabili conseguenze.  L’assedio, la mancanza di risorse finanziare da parte del governo della striscia di Gaza,  il  non sufficiente aiuto da parte dell’Organizzazione mondiale ddi sanità  per far fronte a tutte le  necessità degli ospedali pubblici e  centri di prima assistenza sanitaria,  hanno  determinato un deficit del 45% di 230 tipi di medicine, un deficit del 28% di  236 materiali mono uso sanitari e un deficit del 60% di  383 materiali mono uso di laboratorio. Trecentocinquanta apparecchiature mediche sono mal funzionanti, come X ray al pronto soccorso dello Shifa Hospital di Gaza, il tomografo compiuterizzato  rotto al Naser Hospital di Khan Younis.  I degenti degli ospedali  e il personale medico,  paramedico , infermieri  sono senza  riforimento dei pasti. La chiusura e la limitazione di movimento attraverso i  border  di Rafah ed Erez hanno impedito al  52% dei malati di ricevere cure e trattamenti medici all’estero, ricordando che negli ospedali della Striscia di Gaza non è possibile fare radioterapia per mancanza di strumentazioni; 54 pazienti sono morti mentre attendevano l’apertura dei passaggi.  Ritardi per la ricostruzione e manutenzione delle strutture ospedaliere  è un’altro dei danni causati dall’assedio. L’interruzione della corrente elettrica per 18 ore al giorno costringe all’utilizzo di  450.000 litri di gasolio al mese per far funzionare ospedali ed ambulanze, inoltre la mancanza di elettricità ha creato problemi alle strumentazioni mediche. Sebbene la situazione sopradescritta il ministero della salute di Gaza è riuscito nel 2017 a far  fronte alle necessita’  dei 13 ospedali pubblici e 54 centri di accoglienza sanitaria. Gli interventi a cuore aperto sono stati 305, trapianto di reni 11, 1.347 cateterizzazioni cardiache, 38.775 altri interventi chirurgici. (I dati soprariportati  sono stati forniti dal ministero della salute di Gaza)
La violenta risposta armata israeliana alle pacifiche manifestazioni della grande Marcia per il ritorno, che dal 30 marzo ha causato 2.901 feriti e 30 martiri, sta mettendo in ginocchio gli ospedali che come rappresentato sopra hanno  scarsa disponibilità di medicine, attrezzature materiali sanitari in particolare i fissatori esterni per stabilizzare le fratture ossee,  innesti vascolari artificiali.  Ospedali e strutture di prima accoglienza sanitaria si preparano ad affrontare il terzo venerdi della pacifica manifestazione Marcia per il ritorno che si preannuncia  un’altra giornata di sangue .  Tutto ciò nel silenzio assordante della comunità internazionale.
11.4.2018

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