Relazione del viaggio a Gaza, novembre-dicembre 2016

Pubblicato il 18 dicembre 2016 da Gazzella
 

Relazione viaggio a Gaza di due volontarie di Gazzella, Novembre 2016

Dopo due rinvii perché non avevamo ancora ottenuto il permesso di entrata a Gaza, finalmente ottenutolo, siamo partite.

La tappa a Gerusalemme è stata necessaria come al solito perché non ci sono voli che arrivino all’aeroporto di Tel Aviv in tempo per entrare lo stesso giorno a Gaza dove il passaggio di Erez chiude alle 15.30.

Dopo una cena con amici della cooperazione italiana e una notte ospiti di una amica al Monte degli Ulivi e con il nostro solito taxi guidato dall’ormai amico palestinese Kim, siamo andate ad Erez ed entrate senza problemi dopo aver passato: il controllo israeliano, il controllo dell’Autorità Palestinese e infine quello di Hamas dove è necessario presentare il documento originale della loro autorizzazione ad entrare. Abbiamo quindi dovuto aspettare una ragazza dell’Associazione Aisha che portandocela ci ha liberate e con lei siamo andate direttamente al loro ufficio dove in pochi giorni abbiamo dovuto costruire la proposta per il nostro V anno di progetto WILPF (Women International League for Peace and Freedom) – Aisha: “Per una vita senza violenza” dedicato quest’anno, abbiamo deciso, alla formazione professionale di donne sfollate per l’ultimo bombardamento israeliano, o disabili, che hanno subito violenza.

A Gaza dove faceva una piacevole temperatura quasi estiva, abbiamo abitato nell’appartamento di una amica italiana che al momento si trovava all’estero. A parte la spesa, il Beach Hotel in cui andavamo di solito, è ormai utilizzato solo per matrimoni così come tutti i grandi alberghi costruiti lungo il mare Mediterraneo quando i coloni israeliani nell’estate del 2005 hanno lasciato Gaza, e che gli abitanti speravano che diventassero alberghi per vacanze marine. Data la chiusura delle frontiere sia con Israele che con l’Egitto e la paura dei bombardamenti, a Gaza non entra più quasi nessuno se non poche persone delle ONG internazionali, e per poche ore. Anche il Ministero degli Esteri italiano ha mandato una circolare al Consolato di Gerusalemme invitandolo a non far entrare cittadini italiani a Gaza. In realtà la cooperazione italiana ha dei progetti a Gaza per cui i cooperanti devono andarci ma non si trattengono mai per la notte. I cooperanti di alcuni paesi sono invece autorizzati a viverci, per esempio gli svizzeri. Noi siamo sempre riuscite ad aggirare gli ostacoli e a fermarci per la durata che volevamo. Quando si festeggia un matrimonio i saloni degli alberghi si riempiono di molte centinaia di famiglie palestinesi vestite a festa e le macchine, credo affittate o prese in prestito, si ammassano davanti all’entrata dell’albergo quasi impilate una sull’altra per permettere alla gente di partecipare all’evento senza dover fare neanche un passo a piedi.

Abbiamo lavorato intensamente sia al progetto con Aisha che ad altri due progetti che abbiamo presentato come il primo all’8X1000 della Chiesa Valdese con scadenza il 30 novembre. Un progetto è stato presentato con l’associazione Hanan con cui Gazzella collabora nell’adozione a distanza di bambini handicappati gravi. Il fine del progetto è quello di insegnare ai familiari, primariamente alle mamme di bambini feriti o handicappati che necessitano di fisioterapia e riabilitazione, a trattare i bambini in casa propria. La fisioterapia è infatti un problema a Gaza, perché molti centri hanno chiuso per mancanza di mezzi e quindi i pochi rimasti sono spesso lontani dalle abitazioni dei bambini che devono quindi essere accompagnati in macchina con disagio e spesa per la famiglia che spesso quindi rinuncia a farlo con danno grave per il bambino. Fra l’altro i familiari di molti bambini con disabilità, non hanno neanche elementi di base su come trattarli per soddisfare le loro necessità e fargli vivere una vita più piacevole in famiglia e nella società.

L’altro progetto è presentato da Gazzella in collaborazione con il GCMHP (Gaza Community Mental Health Program) e si rivolge a bambini che presentano un quadro di stress post traumatico dopo l’operazione  israeliana “Margine Protettivo” di luglio-agosto 2014. Il GCMHP è una struttura altamente qualificata la cui attività è stata coordinata per anni dal medico Eyad Sarraj esperto di salute mentale dei bambini che purtroppo è morto di leucemia qualche anno fa. Il suo gruppo però ne continua l’attività in maniera qualificata, efficiente e generosa, ed è diretto da Yasser Jamei che abbiamo incontrato e con cui abbiamo deciso di presentare il progetto.

Abbiamo poi visitato i bambini di Gazzella segnalati e seguiti da Aisha. Sono tutti bambini feriti durante “Margine Protettivo”. Con grande piacere abbiamo potuto constatare che fisicamente quasi tutti i bambini stanno molto meglio. Non altrettanto purtroppo psicologicamente perché spesso non hanno superato la perdita della mamma o di uno o più familiari, dell’essere rimasti con un solo genitore spesso disabile come risultato del bombardamento, ecc. E non è solo questo, infatti molti adulti ci hanno riferito che i loro bambini come sentono un rumore si terrorizzano, come chiudono gli occhi rivedono la scena in cui sono stati feriti, ecc. Quasi tutti i bambini, anche di 12-13 anni soffrono di enuresi notturna, o non vogliono stare soli, ecc.

Per fortuna non tutto quello che abbiamo visto era deprimente, infatti abbiamo visitato alcune fra le piccole imprese produttive che le donne che hanno subito violenza e che sono poi state aiutate dall’associazione Aisha nell’ambito del nostro progetto “Per una Vita senza Violenza” e nella cui sede hanno seguito corsi per imparare un mestiere, hanno iniziato, aiutate anche dal micro-credito previsto dal progetto. La cifra che ogni donna che aveva intenzione di intraprendere un’attività produttiva è di 700-1000 dollari USA, a seconda delle spese che deve sostenere per iniziare l’attività. Di questa cifra una parte è regalata ma la quota maggiore dopo 6 mesi dall’inizio dell’attività deve essere restituita in piccole rate mensili. Abbiamo visitato donne che facevano ricami a casa dopo aver imparato a ricamare nei corsi di Aisha e altre che hanno aperto un negozio di parrucchiere-estetista. Una donna era tornata a fare il buisiness della sua famiglia di origine e a comprare vestiti usati, metterli in ordine e rivenderli e un’altra ha aperto un laboratorio di lavori all’uncinetto che esegue su ordinazione. Queste donne giovani e meno giovani, divorziate o con marito disoccupato e magari anche malato, senza figli o con un numero variabile di figli da 3 a 13, avevano tutte cominciato a restituire ciò che dovevano. La meraviglia è stata che tutte hanno detto la stessa cosa e cioè che la loro vita era cambiata e che si sentivano più forti in tutti i sensi e che di conseguenza erano migliorati sia il rapporto con i figli che con gli altri membri della comunità.

A Gaza abbiamo trovato una grande attività di ricostruzione, ma non a Shaja‘ia, quartiere molto povero di Gaza città, dove vivono molti bambini di Gazzella che con la famiglia vivono ancora in baracche o ammassati in casa di parenti. Shaja‘ia è forse il quartiere che ha subito la maggiore distruzione perché si trova vicino al confine con Israele da dove sono entrati i carri armati israeliani nell’offensiva di luglio-agosto 2014.

Fin dalla nostra visita a maggio, eravamo rimaste impressionate e anche ammirate dall’ottimismo dei nostri amici e conoscenti delle associazioni per i diritti umani o di gruppi politici, rispetto al possibile futuro di Gaza. Per la prima volta invece li abbiamo visti depressi. Varie persone ci hanno detto che non vedono una soluzione ai problemi di Gaza e non riescono ad immaginare un futuro migliore.

La distribuzione dell’energia è sempre a turni di 8 ore e la cosa per molti non è più sopportabile. Mentre eravamo là, l’Egitto ha aperto il varco di Rafah per qualche giorno, facendo uscire un migliaio di persone: le richieste di uscita da Rafah accumulate dall’ultima apertura erano più di 20,000!

E poi, Hamas farà le elezioni? E se le fa, cosa che non sembra davvero prossima, chi vincerà? E che succederà se vince di nuovo Hamas o comunque qualcuno che all’occidente non va bene? Insomma non riescono più a immaginare una svolta positiva e sono molto stanchi. Parallelamente però fra i giovani c’è fermento. Vogliono fare una vita migliore, più libera, vogliono muoversi, vedere cosa succede fuori di Gaza, vogliono fare del cinema e quindi vedere i film che vengono prodotti e diretti dai loro coetanei in altri paesi. Chiedono tecnici che gli insegnino nuove tecnologie e borse di studio per andare in altri paesi a studiare, ma soprattutto giovani esperti che vadano da loro e che con loro lavorino là insegnando loro a girare con nuove tecniche delle luci, del suono ecc ecc. non ne possono più di essere chiusi in una gabbia perché capiscono che in questo modo non faranno mai parte del mondo!

Uscendo da Gaza, nel taxi per Gerusalemme, ho visto vari incendi ai lati dell’autostrada, e in particolare uno enorme con decine di camion di pompieri che cercavano di spegnerlo. L’autista mi ha spiegato che non pioveva da molti mesi e che c’era un vento fortissimo e molto secco dal deserto e che quindi era difficilissimo spegnere gli incendi. Arrivata a Gerusalemme, mi sono resa conto di quello che stava succedendo. Gli incendi divampavano da Haifa fino alla periferia di Gerusalemme e stavano provocando danni enormi. Netanyahu alla TV sosteneva che erano incendi appiccati dagli arabi e sia lui che Bennet, Ministro dell’economia e leader del partito “La casa ebraica”parlavano già di “Intifada dei fuochi” mentre perfino la polizia insisteva che non c’era assolutamente nessun indizio che gli incendi fossero dolosi e soprattutto appiccati da arabi. Certamente qualche incendio poteva essere stato provocato da qualche incosciente che aveva gettato una cicca accesa e nessuno poteva escludere che dopo i primi fuochi e le dichiarazioni fatte appositamente dal governo alla TV qualche palestinese o qualche israeliano si fosse fatto venire qualche idea. Ma come è calato il vento ed è caduta un po’ di pioggia non c’è stato più nessun incendio e il governo israeliano è stato costretto anche a ringraziare i valorosi pompieri israeliani che pare siano quasi tutti arabi e anche il corpo dei pompieri dei territori occupati palestinesi che ha collaborato a spegnere gli incendi. Pare che la ragione principale per cui Netanyahu ha cercato di dirottare l’opinione pubblica israeliana sugli incendi è che lui è pesantemente coinvolto in uno scandalo sull’acquisto di sottomarini che il ministro della difesa diceva non essere necessari.

Per concludere la situazione di Gaza, senza novità positive che portino più lavoro e quindi benessere, va deteriorandosi ulteriormente anche se sotto la spinta dei giovani che non ne possono più di ristrettezze e divieti e di essere tagliati fuori dal mondo, si nota un atteggiamento di Hamas più permissivo rispetto alle loro esigenze di potersi aggregare ed esprimere.

S. e G.

Di seguito le note sui dei bambini visitati, nell’ordine in cui li abbiamo visti.

Da quando abbiamo cominciato a rivedere i bambini ci siamo confermate fortissimamente la validità delle scelte fatte con Aisha

Le foto di questi bambini le ha fatte Gianna e fra un po’ diamo loro i codici, ma intanto scrivo qualcosa sui bambini visti. Come commento generale e per tirarmi su il morale posso almeno dire che delle ferite fisiche stanno quasi tutti molto meglio. I danni psicologici invece sono ancora molto gravi e, tranne il bambino che era diventato muto per lo spavento e che ha ricominciato a parlare un po’, e vedrete dalla foto quanto è carino, stanno tutti messi molto male.

1- D15-022

2- D15-027

Questi due ragazzini sono fratelli e vivono in 16 persone in 2 stanze. Il padre fa il pescatore. Hamada sta meglio delle ferite al torace ma non fa niente.

Younes va a scuola circa una volta alla settimana perché non gli piace. Anche lui che era stato ferito ad una gamba sta meglio. Tutti e due fanno parte di quel gruppo di ragazzini che stavano sulla spiaggia di Beach camp in agosto 2014  e che gli israeliani hanno colpito con un drone uccidendone 4 e ferendo loro.

3- D15-020

È un cugino di n. 1 e n. 2 ed è stato ferito alla testa e su tutto il corpo. Sta molto meglio ma a volte ha problemi di equilibrio. Va a scuola ed è bravo. Erano 5 figli maschi e ora sono 6 perché c’è un nuovo piccolo. Il maggiore ha 14 anni. Il padre è pescatore,

Il nonno è un martire e sul muro del palazzo dove abitano c’è un gran ritratto in bassorilievo.

4- D15-021

è un altro cugino ma non lo abbiamo fotografato perché siamo arrivate in ritardo ed era andato a scuola e lo fotografiamo domani. Ferito ad una gamba pare stia molto meglio della ferita ma ha grossi problemi psicologici e nell’apprendimento.

1, 2, 3 e 4 sono tutti figli di pescatori e sono poverissimi ma proprio proprio moltissimo poveri. Che mondo ingiusto!

5- D15-002

Ha 6 anni, fa la prima e aveva schegge in tutto il corpo. Gliele hanno levate quasi tutte. Sono 3 maschi e 1 femmina. È bravo a scuola anche se ha grossi problemi di concentrazione causati dal ferimento. Ha problemi psicologici e si sveglia la notte urlando.

6- D15-003

È cugina di Hatem. Ha 4 anni e sono 6 femmine e 2 maschi. È stata ferita al petto. Ora sta meglio ma è terrorizzata dai rumori. Ha ancora alcune schegge nel corpo. Il padre, manco a dire, è disoccupato.

7- D15-004

Ha 3 anni e aveva 3 sorelle ma una è stata uccisa con la madre in un bombardamento (tutti i bambini di Aisha sono stati feriti in Margine Protettivo). Il padre si è risposato e ha una nuova bambina e la moglie sta per avere un altro bambino. Nella famiglia del padre sono stati uccisi tutti. A lei è rimasta una gamba un po’ più corta dell’altra. Si alza la notte e scappa di casa  urlando.

8- D15-005

Ha 3 anni e la mamma è stata uccisa. È stato colpito alla testa e ha problemi cardiaci. Sono 3 maschi e lui è molto nervoso.

9- D15-006

Ha 10 anni e da quando è stata ferita a un braccio ha enormi problemi psicologici per cui è regredita e va peggiorando. Anche lei come tutti gli altri bambini visitati ha incubi la notte.

10- D15-009

Ha 12 anni e va bene a scuola. È stata ferita al braccio e al bacino. Da poco tempo sta fisicamente bene ma la notte ha incubi e piange. Sono 6 maschi e 1 femmina.

11-D15-010

È il fratello di Mai (n. 10). Ha 7 anni ed è stato ferito sulla gamba e sul sedere ma ora sta bene. A scuola va abbastanza bene . Ha incubi notturni, è terrorizzato dai rumori e non riesce a star solo.

12- D15-011

Ha 14 anni e sono 4 maschi e 2 femmine. C’erano altri 2 maschi che sono stati uccisi. Lui è stato ferito a un braccio e al petto e ha problemi cardiaci che gli impediscono di fare sforzi.

13- D15-012

È fratello di Abdelqader. Ha 12 anni e va bene a scuola. È stato colpito alla testa. I genitori non lavorano. Lei faceva la baby sitter e lui l’autista ma il padrone per cui lavorava non ce la fa più a pagare la licenza. Aveva incubi notturni che gli sono passati ma ha difficoltà a concentrarsi. Riceve con il fratello un trattamento psichiatrico da un’associazione.

14- D15-016

Famiglia molto mal messa. Casa sporca e solo donne tutte con l’aria nervosa e nevrotica. Il bambino aveva smesso di parlare con il bombardamento e non era migliorato con trattamenti vari e invece da quando va all’asilo ha ricominciato a parlare. Ha 5 anni. Sono 2 maschi e 3 femmine. Il più grande ha 8 anni e il più piccolo 1 anno.

15- D15-017

È la sorella di Baha (n. 14) ha 3 anni ed è stata ferita alla testa, alla schiena e a un braccio. Ha incubi notturni. Hanno un nuovo bambino nato dopo i bombardamenti. Il padre non lavora, ma ogni tanto fa qualche lavoretto con un cognato che lavora nell’edilizia.

16- D15-018

Va a scuola. Ha 10 anni e il padre è disoccupato. È stato ferito alla pancia e il suo fegato è stato danneggiato, mentre il diaframma ha avuto un taglio di 15 cm. Spesso gli gira la testa e ha problemi cardiaci. È assistito nell’ospedale indonesiano. Incubi notturni e problemi a stare solo. I vari muri della casa che erano caduti sono stati ricostruiti.

17- D10-019

Ha 9 anni. Sono 5 maschi, uno in più della nostra visita precedente. Ferito alla testa e da qualche settimana sta meglio e non gli fa più male. C’era anche un altro fratello che è morto nel bombardamento della casa. Il padre lavora in una moschea ma guadagna solo 250 USD.

18-  D15-027

Rawan è una bella bambina di 12 anni che fa la VII ed è brava. È stata ferita alla testa e secondo i familiari capisce le cose meno di prima del ferimento. Sono 10 figli, 2 maschi e 8 femmine. Il più vecchio ha 36 anni ed è sposato. Il padre non lavora. Rawan ha molti problemi psicologici, incubi la notte ecc. Sta comunque migliorando. Una parte della casa era stata distrutta ma l’hanno ricostruita.

19- D15-029

Ha 14 anni ed è messo molto male. È stato ferito alla testa e alla schiena. Va a scuola ma non riesce più a scrivere e ha incubi la notte. Sembra chiuso in se stesso. Sono 4 maschi e 1 femmina. Il padre fa il guardiano di palazzi o cantieri ma non regolarmente.

Seraj è stato ferito mentre era per strada a causa del crollo di una moschea bombardata. Viene trattato sia con farmaci che con sedute psichiatriche, ma sta peggiorando.

20- D15-028

21- D15-034

Sono fratelli e vengono trattati tutti e due da una associazione psichiatrica di Gaza per gravi problemi psicologici. Il padre faceva l’autista ma ora è disoccupato. Mohammad ha avuto una grave frattura alla testa e ha già avuto varie operazioni in Egitto. Abdallah era a scuola e abbiamo fotografato una foto che però è vecchia. Anche lui ha avuto gravi ferite al torace.

Sono 4 maschi e 1 femmina. La casa è stata molto danneggiata e vivono in una baracca donata da HUMAN APPEAL Australia.

22- D15-035

Ferito al torace ha problemi respiratori. Deve essere operato di ernia intestinale. Mangia poco. Va a scuola e fa la I. Sono 2 femmine e 1 maschio. Il padre lavora saltuariamente come contadino. È stato ferito da un carro armato mentre fuggiva con la famiglia da casa. Ha problemi psicologici e quando piange diventa livido e si mangia le unghie molto.

23- D15-025

Sia a lui che al padre è stata amputata una gamba. Ora lui ha una protesi con cui sembra essere felice e muoversi bene, pagata dal padre che dice essere costata 1400 USD. È stato ferito anche a un occhio da cui non vede. Va all’asilo. (È quello che il padre, anzi la madre del padre ha rimandato dalla sua famiglia perché aveva perso le gambe e non poteva accudire marito e figli). Il padre si è risposato da 5 mesi con una bella ragazza! Il bambino lo abbiamo trovato molto meglio dell’altra volta ma il problema è che crescendo si dovrà fare nuove protesi.

24- D15-026

È la sorella di D15-025. Ha 4 anni ed era molto piccola quando sono stati tutti feriti e la mamma mandata via di casa. È stata ferita a un braccio e a una gamba anche loro scappando da casa per i bombardamenti.

25- D15-032

Ha 14 anni ed è stato ferito a testa, gamba e braccio. Sta migliorando anche dal punto di vista psicologico. Sono 5 femmine e 7 maschi!!!la madre ha 43 anni. I due bambini di 7 e 8 anni fanno solo la prima perché dice la mamma che con i bombardamenti non potevano andare a scuola. Un figlio è sposato e ha 3 bambini. Il padre non lavora e lavorava in scavi per l’edilizia. La casa è stata distrutta e ora abitano in una casa in affitto.

26- D15-036

È molto carina ma quando è in vacanza sta benissimo mentre quando va a scuola si affatica molto soprattutto a camminare. Ha 16 anni. Sono 3 maschi e 7 femmine. La bimba più piccola ha 1 anno e mezzo. Shaymaa sembra molto intelligente e dice che da grande vuole fare la logopedista. La mamma ha 41 anni.

27- D15-30

Bader e il padre sono gli unici sopravvissuti perché sono morti la mamma e i 4 figli. C’è anche una bambina in braccio a padre che è la figlia del fratello che è rimasta sola perché è stata uccisa tutta la famiglia. Il padre è senza un braccio. Bader ha 7 anni ed è stato ferito gravemente alla pancia e allo stomaco. Ha perso un rene e tutti gli organi sono stati danneggiati. Il padre si è risposato e ha una figlia di 1 anno e mezzo e la moglie è in cinta di 6 mesi.

28- D15-007

29- D15-008

Sono sorelle. Haneen ha 11 anni ed è stata ferita gravemente a un braccio e meno seriamente ad una gamba. Al braccio l’hanno operata e le hanno messo un ferro. Fa la VI e va bene a scuola.

Yasmin ha 13 anni ed è stata ferita ad un braccio e dovrebbe fare fisioterapia che mi pare non faccia. Fa la IX e va bene.

La loro mamma è stata uccisa nel bombardamento. Sono 2 femmine e due maschi. Il padre si è risposato ma non hanno fatto altri figli. Il padre lavora nella municipalità facendo pulizie. Non hanno problemi psicologici. Casa povera e in affitto ma pulita e l’atmosfera è molto serena.

30- D15-013

È una bella ragazzina di12 anni. In casa sono 4 maschi e 5 femmine. Il primo ha 22 anni e l’ultimo nato ha un anno e mezzo. La nostra Rania ha ancora paura del buio e dei rumori. Fa la VII ed è la più brava della classe. Anche il padre è stato ferito. Lavorava nell’edilizia ma ora è disoccupato.

31- D15-023

32- D15-024

Anwar ha 3 anni e mezzo ed era stata ferita in diverse parti del corpo ma adesso sta abbastanza bene, e Mahmoud è ferito alla testa e ha altre ferite in tutto il corpo.

Sono fratelli e anche la loro mamma è stata ferita. Sono 6 femmine e 5 maschi e c’è un bambino nuovo di pochi mesi. Tre sorelle grandi sono sposate e sono andate a vivere nelle case della famiglia dei mariti.

La loro casa è stata distrutta e ora vivono in una parte della casa di uno zio. I norvegesi avrebbero dovuto ricostruire la loro casa ma siccome quella dello zio era registrata a nome del padre, hanno perso il diritto e si devono accontentare di una casa più piccola. Chissà che imbroglio hanno fatto e il padre ci chiedeva aiuto!

33- D15-001

Fadel è arrivato con le stampelle. In realtà ci dice  la mamma che potrebbe non usarle ma solo per tratti piccoli. Ha 16 anni, va a scuola e fa la XI. Erano 7 maschi di cui uno è stato ucciso, e 4 femmine.

Ha problemi psicologici, vuole star solo e gli dà fastidio che parlino di lui. È stato ferito con il fratello ucciso al primo piano della casa di cui ora abitano il II piano. La vecchia nonna sta stesa sul letto e controlla tutto. Pigliano l’assegno degli affari sociali. Prima gli davano i soldi e ora possono prendere al supermarket cibo per 40 NIS alla settimana che sono pochissimi per la dimensione della famiglia.

34- D15-014

35- D15-015

Vivono in una baracca poverissima in campagna e sono stati feriti fuori di casa ma non lontano da dove vivono. Sono 4 maschi e 2 femmine

Maisa ha 12 anni e fa la VI ed è stata ferita allo stomaco. Fisicamente sta bene ma bagna il letto

AlaaEldin ha 15 anni e fa la VII. È stato ferito al collo e al torace e adesso è terrorizzato dai rumori.

Gazzella Onlus

Iban: IT 54 D 05018 03200 0000 110 52792

Lascia un commento