Dalla nostra volontaria a Gaza (6/10/2016)

Pubblicato il 7 ottobre 2016 da Gazzella
 

Pubblichiamo di seguito una parte dello scambio di messaggi con Giuditta che si trova in questi giorna a Gaza e che ci annuncia la morte di una delle bambine adottate da Gazzella.

Khan Younis, 6/10/2016

In questi giorni ho visitato alcuni bambini in gravi condizioni seguiti da Hanan tra cui Najwa. L’avevo incontrata la prima volta nel 2007 con Ugo ed Elham. Era paralizzata per una ferita al collo e viveva con la nonna. Il padre era morto e la madre che si era risposata l’aveva di fatto abbandonata. Gianna e Sancia l’hanno visitata anche loro in seguito, l’ultima volta nel giugno scorso. Nell’ultima visita di alcuni giorni fa l’ho trovata in condizioni pietose, adagiata nel letto con necessità di cambio del sacco urine, febbricitante e con difficoltà respiratorie, Ho incontrato la zia e devo dire che non era per nulla attenta alle condizioni e alle necessità di Najwa. La nonna se ne stava in un angolo a piangere. La situazione era evidentemente critica. Sono riuscita a contattare il direttore del Nasser Hospital di Khan Younis, tra l’altro  era stata dimessa il giorno prima, e ho chiesto che la ragazza venisse ricoverata di nuovo. Il giorno successivo Najwa è tornata in ospedale. Con Nura di Hanan abbiamo pensato di mandare una persona ad assisterla perché in ospedale non c’era nessuno. Ieri sera è passata un’amica di Nura e l’ha trovata in pessime condizioni. Nel frattempo sempre in contatto con il direttore dell’ospedale ho chiesto che preparassero una relazione medica al fine di destinare Najwa  a un altro ospedale per lunga degenza. Nel frattempo avevo preso contatti per un trasferimento al Wafa Hospital in Gaza City  dove poteva avere adeguata assistenza. Poco fa mi hanno chiamato dall’ospedale: Najwa è morta.

Ho avvisato Nura.

Giuditta

 

Roma 6/10/2016

Cari tutti,

Mi fa molto male apprendere tutto ciò. Non riesco a trattenere le lacrime. Sono sopraffatta dalla rabbia per l’ingiustizia che viene perpetrata ogni giorno ai danni di ragazze come Najwa.  La sua sofferenza, che non ha smosso neanche la sue stessa madre, mi sembra, ora più che mai, inutile.

Scusate per le parole di sconforto.

Vi abbraccio

Giulia

Khan Younis 6/10/ 2016

Cara Giulia,

ho appena scritto a Nura e le ho inviato l’ultima foto di Najwa e ho scritto all’adottante. Se ti/ci può essere di conforto, nel corso della visita ho ripetutamente accarezzato Najwa che era vigile seppur come avevo scritto in pessime condizioni e mi ha sorriso. Mi piace pensare che le abbiamo lasciato il ricordo che ci siamo prese cure di lei.

Un abbraccio

Giuditta

 

Roma 6/10/2016

Credo che chiunque avesse visto Najwa anche una sola volta non l’avrebbe potuta dimenticarla. E quella povera nonna! Forse il rimpianto è quello di non aver fatto tutto il possibile in passato perché venisse ricoverata in un luogo decente, che decente non era né la prima casa dove l’abbiamo visitata, né tanto meno l’ultima. Lei ha comunque per fortuna finito di tribolare.

Sancia

 

Khan Younis 6/10/ 2016

In passato, nel corso di una visita e viste le condizioni precarie,  Najwa erastata fatta ricoverare  allo Shifa Hospital dove era rimasta per una settimana per essere curata. Con il Medical Relief abbiamo cercato di seguire Najwa e abbiamo fatto che avesse una fisioterapia adeguata e con il fisiatra del centro di Khan Younis. Come Gazzella abbiamo acquistato il materasso e assicurato la fornitura dei pannolini. Ho detto a Nura che i casi gravi vanno tenuti sotto osservazione continua e permanente. Tuttavia sappiamo che chiedere un ricovero e ottenerlo non è cosa semplice tenendo conto della miseria nella quale versano gli ospedali pubblici della Striscia e ai quali si rivolge la maggior parte dei palestinesi.

Giuditta

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