Dai volontari di Gazzella a Gaza 20/11/2012

Pubblicato il 22 novembre 2012 da Gazzella
 

Gaza, 20 novembre 2012

L’arrivo a Gaza è stato accompagnato da bombardamenti continui. Partita da Gerusalemme alle 7 di mattina,dopo circa un’ora di macchina a cinque km da Erez, ho trovato un posto di blocco dove con altri internazionali, la maggior parte giornalisti, sono rimasta ferma per circa3 ore. Verso le 11 si è presentato un ufficiale dell’esercito israeliano il quale ci ha dato indicazione come proseguire: chi aveva noleggiato la macchina doveva lasciarla sul posto e trovare sistemazione sui taxi. Si è formata una carovana di macchine, a circa 5 metri di distanza l’una dall’altra nelle quali hanno trovato sistemazione20 persone,verso il posto di blocco di Erez. Non sono mancate le pressione da parte del personale della sicurezza israeliana che al momento del vistohanno tentato di dissuadere dal proseguire verso Gaza.

Nel cielo più volte abbiamo visto razzi Qassam provenienti dalla striscia di Gaza intercettati e distrutti dagli scudi israeliani. Il passaggio tra la postazione israeliana e quella palestinese è stato il più difficile e pericoloso: per 2 km circa siamo rimasti esposti ai lanci di bombe e mitragliate.

Attraverso Beit Hanun e Jabalia deserte: solo a Gaza città c’è qualche macchina in strada. Macerie di edifici ovunque. All’Associazione Medical Relief, nostro partner a Gaza mi dicono che restare nell’immobile dove hanno l’appartamento dove di solito alloggio non è sicuro e potrebbe essere bombardato perché pare che nell’edificio abbia sede anche un’associazione legata a Hamas. Gli attacchi israeliani sono volti a colpire i membri di Hamas, le strutture e gli edifici governativi: caserme, centrali di polizia, ministeri già colpiti o nel mirino. Da una settimana le scuole sono chiuse, gli uffici governativi svuotati. L’ospedale al-Shifa, il più grande ospedale pubblico della striscia di Gaza, è in serie difficoltà: nell’emergenza è il luogo dove si riversano la maggioranza dei feriti della zona nord e centro della Striscia. Stamattina si faceva il conto dei posti letti disponibili, solo 60 su700 posti letto . Dei 1000 feriti di questi giorni, di cui 277 sono bambini, 7 pazienti sono stati trasferiti in Egitto per le cure. Dei 120 vittime 28 sono bambini. Causa l’assedio, le medicine scarseggiano così come i materiali sanitari monouso. Se il fabbisogno mensile di medicinali per l’ospedale al-Shifaè calcolato in circa 3 milioni di dollari, dopo quest’ultima emergenza il costo sanitario generale si è moltiplicato. Attualmente il generatore dell’ospedale ha un’autonomia di gasolio per ancora 10 giorni.

Nella giornata odierna ho visitato due bambini feriti ricoverati allo Shifa e un altro che ho trovato nel reparto di radiologia, appena ricoverato. Sono bambini che avranno bisogno di cure e sostengo,che attraverso l’Associazione Gazzella potranno trovare.

Mentre scrivo, le ore 21 circa, non cessano i bombardamenti via cielo e via mare. A Beit Hanun i carri armati sono molto vicini alle case e altri stanno muovendo nell’area a nord della città di Gaza. Solo domani potremo vedere quanta distruzione è stata fatta. Qui appena fa buio non si muove nulla se non i mezzi di soccorso. Nel pomeriggio gli organi di informazione israeliani avevano comunicato che all’imbrunire avrebbero sparato a qualsiasi cosa in movimento. Inoltre nelle zone a nord della città di Gaza sono stati lanciati volantini nei quali si dava indicazione alla popolazione di lasciare lecase perché l’area sarebbe stata bombardata. Mentre scrivo mi comunicano che sono state aperte le scuole dell’Unrwa in località Beit Lahya e Beit Hanun e tante famiglie si stanno spostando nella speranza di trovarvi un luogo sicuro. Grande è la rabbia e la disperazione dei palestinesi di fronte ai crimini che Israele, ancora una volta nel silenzio assoluto della comunità internazionale, sta compiendo in particolare contro i bambini.

g.b.t.

Lascia un commento