Come aiutare i bambini feriti di Gaza subito

Pubblicato il 24 gennaio 2009 da Gazzella
 

Gazzella, “Ghazala” in arabo, è il nome di una bambina palestinese di Hebron alla quale i soldati israeliani avevano sparato due pallottole in testa mentre tornava da scuola. Era entrata in coma, operata e salvata dai medici dell’ospedale della sua città. Marisa Musu e Marina Rossanda che l’avevano vista nel 2000 hanno dato il suo nome all’associazione da loro creata per il soccorso e la cura dei bambini palestinesi feriti da arma da guerra (vedi www.gazzella-onlus.com)

Chi nei giorni scorsi ha avuto la possibilità di vedere un canale televisivo non euro-americano, cioè senza censura, ha potuto vedere il bombardamento israeliano con il fosforo bianco contro i sacchi di farina nella sede dell’agenzia dell’Onu a Gaza e sa che gli aiuti destinati alle vittime del massacro di Gaza vengono dirottati verso il valico di Awja tra Egitto e Israele. Il controllo del sostentamento di una popolazione ridotta allo stremo è un’arma non meno letale delle bombe. Il lento e sistematico politicidio che la popolazione palestinese subisce da oltre 90 anni non ha ancora ucciso la società civile e la sua capacità di resistenza. Portando soccorso ai bambini feriti, Gazzella cerca di sostenere senza intermediari appunto la società civile e la sua capacità di resistenza (per contribuire: c/c numero 105279 intestato a “Gazzella Onlus” presso la BANCA ETICA di Roma -

IBAN IT43 D050 1803 2000 0000 0105 279).

Dopo l’operazione ‘piombo fuso’, nel suoi 22 giorni di terrore, devastazione e morte, ci chiediamo come stia ora Jihad di 7 anni, del campo di al-Bureij, che aveva già subito l’amputazione di una gamba dopo un precedente attacco israeliano, o Iman di Beit Hanun, 12 anni, ferita all’addome, che soffre di infezioni ricorrenti, o Ranà, che di anni ne ha soltanto 5, e vive a Beit Lahiya ed era stata ferita alla gola e non riusciva più a parlare, ci domandiamo quale sia la sorte di Hanin, Isa, Nura, Ahmad…

Questi bambini sono sostenuti da Gazzella-onlus che in 8 anni di vita ha portato soccorso, cura e riabilitazione ad oltre 1500 bambini palestinesi feriti da armi da guerra, essenzialmente nel territorio della Striscia di Gaza e soprattutto attraverso l’attivazione di adozioni a distanza.

In questi 8 anni siamo andati 22 volte nel territorio di Gaza per incontrare i bambini feriti e le loro famiglie. Tra qualche giorno ci saremo di nuovo. Dal 2004 siamo presenti costantemente a Gaza attraverso i nostri partner locali. Insomma, con scarsi mezzi ma con il contributo di tanti resistiamo e andiamo avanti, continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto: portare solidarietà ed aiuto al popolo palestinese curando i suoi figli più piccoli.

Poco prima dell’inizio dell’ultima aggressione israeliana avevamo inviato 13.000 euro per il centro di riabilitazione motoria di Jabaliya, dove sono curati molti dei bambini che avevano subito amputazioni degli arti (grazie alle nuove armi Dime), ed altri 13.000 per il centro neonatale dell’ospedale Shifa di Gaza che aveva necessità urgente di acquistare incubatrici per i molti bambini nati prematuri: nascite anticipate dovute allo stato di shock continuo e alla denutrizione delle madri. Questi soldi erano i proventi del 5×1000 devoluto a Gazzella (per maggiori informazioni scrivere a gazzellaonlus@libero.it). Oggi le necessità si sono centuplicate. Il 18 gennaio, primo giorno di ‘tregua’, finalmente ci ha scritto la nostra corrispondente del Palestinian Medical Relief Society (Una associazione di medici palestinesi volontari, presieduta oggi da Mustafa Barghouti, nostro referente a Gaza, da sempre impegnata nella sanità sotto e nonostante l’occupazione militare; vedi: http://www.pmrs.ps/last/index.php). Dopo una visita all’ospedale Shifa ci ha inviato un primo elenco e molte foto di bambini gravemente feriti che – speriamo – saranno ‘adottati’ dai sostenitori di Gazzella. Due delle iniziative nate in questi giorni saranno di grande aiuto: una della Federazione del PRC di Roma, chiamata ‘Mamma Roma’ ed una della federazione dei Giovani Comunisti di Viareggio (vedi:

http://www.rifondazioneroma.it/news.php?d=46&id=776).

Wasim Dahmash

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