Lettera da Gaza

Pubblicato il 8 gennaio 2009 da Gazzella
 

Giovedì 8 gennaio 2008

da Gaza una volontaria dell’ISM
Jabaliya, Beit Hanoun e Beit Lahiya

Negli ultimi cinque giorni, mezzi della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono stati bloccati e impediti di evacuare i feriti e i morti dalle aree circostanti Jabaliya e Gaza città. Forze speciali hanno occupato le case.
Quando le ambulanze e gli altri mezzi di soccorso arrivano sul posto indicato vengono colpiti dal fuoco israeliano e costretti a rientrare.

Si denuncia: corpi di morti per le strade, si ha notizia di 18 cadaveri in una sola  casa  e secondo stime della CRI ci sono 230 feriti non raggiungibili.
Ieri sera,7 gennaio alle 21 circa, Marwan, un paramedico, è stato colpito alla gamba da un cecchino israeliano nella zona orientale Jabaliya. Il personale paramedico, il personale tutto delle ambulanze e  i volontari mettono a rischio la loro vita ogni volta che cercano di portare soccorso.
Qualsiasi operazione di salvataggio viene impedita e Israele  vieta alle ambulanze di entrare nei campi profughi.

A Jabaliya, tra il  27 dicembre e il 5 gennaio, 119 persone sono state uccise e 662 feriti. Una media di 15 persone uccise ogni giorno. Il 6 gennaio, con il massacro della scuola Fakhoura, 50 persone sono state uccise in un solo giorno.
Sporadici scontri tra i combattenti della resistenza palestinese, armati di mitragliatrici di base, resistenti che combattono contro il quarto esercito più potente del mondo, che ha a disposizionesofisticate armi da guerra e supportato dagli F16 e dalla marina militare.
Nei giorni scorsi due missili hanno colpito l’ospedale Al-Awda e l’Ospedale di Jabalia. Due squadre di soccorso sono state colpite.
Stanotte all’una hanno attaccato le case nel campo profughi di Jabaliya. Abbiamo tentato di raggiungere il luogo; c’era un buio pesto, facevamo luce con le torce, calpestavamo tubi rotti, vetri, mattoni. C’era un odore di sangue e di carne. In quelle condizioni non abbiamo fatto nulla anche perché la casa era pericolante
Un’ambulanza ha puntato i fari per cercare di fare luce. Un missile è caduto vicino a noi: abbiamo visto qualcosa che somigliava a una fontana illuminata con tanti zampilli.

Alle 4 di stamattina non abbiamo potuto soccorrere i feriti perché gli israeliani sparavano in direzione dell’ambulanza.
Lo scoppio di una bomba ferisce l’autista dell’ambulanza Majdi Shehadda, 48 anni , ferite alla testa e al viso.
Non c’e ambulanza che non riporti i danni dell’attacco degli israeliani, vetri rotti, proiettili sulla carrozzeria.
Le ambulanze dovrebbero essere visibili  ai droni israeliani e le forze speciali: con i loro marchi identificativi e i lampeggianti.

Come si presentano le persone ferite:

grandi lacerazioni con fuoriuscita di intestino e altre parti interne del corpo, amputazioni di arti, ferite deformanti del corpo.

All’ospedale Al-Nasser i medici sono come ombre, lavorano al lume di candela, al freddo.
Si muore per l’acquisto di pane
Ieri sera quattro membri di una famiglia, stavano andando a prendere il pane a Beit Lahiya. Un missile li ha spazzati via: Khaled Ismail Kahlood di44 anni, e i suoi tre figli  Mohammad di 15, Habib di 12, e Towfiq di 10 anni, tagliati a pezzi.
Secondo Khalil Abu Shammalah, direttore di Al-Damir, un’associazione con sede a Gaza città “E’ una violazione della Convenzione di Ginevra colpire i mezzi di soccorsi e il personale medico e paramedico. Israele è in violazione del diritto internazionale ‘.
L’agenzia di stampa israeliana Y-Net ha recentemente riferito che il direttore dell’agenzia diintelligence israeliana Shin Bet, ha affermato che un gran numero di militanti di Hamas si nasconde negli ospedali come operatori sanitari. I medici e altri funzionari palestinesi hanno respinto questaaccusa, ma temono che gli ospedali siano nella lista di obiettivi che Israele intende colpire, oltre a quelli già colpiti:  case, scuole, università, moschee, negozi.

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