Di ritorno dal XXII viaggio a Gaza

Pubblicato il 2 marzo 2008 da Gazzella
 

Cari amici di Gazzella

Sapevo che l’edificio che ospita gli uffici del Medical Relief a Gaza City e alcuni appartamenti, tra cui quello che occupavo io, è a pochi metri di distanza dal Ministero degli Interni di Hamas; della cosa ne avevo parlato con Sliman, suo padre e Salim, che abitano con le famiglie nello stesso stabile.

Mi ero convinta che se restavano loro, ci potevo stare anch’io: ci siamo scambiati il numero di telefono e mi sono adattata a passare le notti in una stanza dalla parte opposta all’edificio “obiettivo israeliano”.

A distanza di pochi giorni dal mio rientro in Italia, mercoledì notte 27 febbraio alle ore 23,00 gli israeliani hanno sganciato una bomba sull’edificio che ospita gli uffici del ministero degli interni di Hamas a Gaza: obiettivo colpito, è morta una bimba di 6 mesi e ferite 25 persone.

Ho visto quel che accade dopo un bombardamento mirato ad un edificio, la notte di venerdì 15 febbraio, quando un F16 ha sganciato una bomba sulla casa di un membro dell’organizzazione Jihad a El Bureij uccidendo 8 persone e ferendone 50.

Nella striscia di Gaza 1.600.000 persone vivono nel terrore: gli israeliani hanno dichiarato obiettivi da colpire le abitazioni dei membri di Hamas, di Jihad e dei resistenti.

Chi abita vicino agli obiettivi israeliani vive nella paura, alcuni si spostano in altre case presso parenti; le strade sono deserte, perché altro obiettivo sono le macchine che possono trasportare “resistenti”; i bambini li vedi solo nell’orario di entrata ed uscita dalla scuola.

Un terrore che scorre quotidiano, che si consuma nelle case senza luce, dove scarseggiano cibo e acqua.

In questa situazione vivono 4.000.000 di palestinesi distribuiti tra i territori occupati e nella prigione della striscia di Gaza. La comunità europea è più preoccupata di non essere accusata di antisemitismo che di farsi carico di una possibile soluzione della causa palestinese.

Forse sarebbe ora di imporre ad Israele il rispetto delle risoluzioni ONU, di determinare i confini dello Stato di Israele, perché si è mai visto uno Stato senza confini e senza costituzione?

Non è difficile stare dalla parte delle ragioni del popolo Palestinese, così come siamo stati con i perseguitati dai nazifascisti: ebrei, zingari, omosessuali, disabili, politici…..

Oggi proprio nel ricordare e richiamarmi a tutti i morti nei campi di concentramento non posso accettare quanto si sta consumando contro il popolo Palestinese.

G.

2 marzo 2008

Le ultime fotografie del bombardamento israeliano contro la sede del Medical Relief  di Gaza, partner di Gazzella-Onlus:

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