28.03.2003
Messaggi di "Palestina Libera"

 Date: Friday, March 28, 2003

  

PALESTINA:

 

UNO. Tre bambini uccisi dai militari israeliani nelle ultime 48 ore

DUE. REFUSENIK all'Universita' di Tor Vergata, 31 marzo

TRE. La situazione nel carcere femminile di al-Ramle

QUATTRO. Din on Web

CINQUE. "Avvenimenti" di oggi

 

IRAQ:

 

SEI. Micheal Moore

SETTE. Civili iracheni uccisi, ecco il "database"

OTTO. Profughi turisti

NOVE. Devi invadere l'Iraq

DIECI.  Voci

UNDICI. Iraq T-shirts

DODICI. Ma lŽarsenale proibito e' "made in Usa"

 

 

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UNO. Tre bambini uccisi dai militari israeliani nelle ultime 48 ore:

Christine SaidiŽ (10), Hakim Bassam Nassas (14) e  Ahmed Imad A-Bahri (10). 

http://www.palestinemonitor.org

 

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DUE. REFUSENIK all'Universita' di Tor Vergata, 31 marzo

" Noi, soldati dellŽ esercito israeliano, uomini e donne, dichiariamo qui

che non prenderemo parte allŽ oppressione del popolo palestinese nei

Territori occupati ...

... Noi dichiariamo che non continueremo a combattere in questa guerra per

la pace delle colonie, che non continueremo a combattere oltre la linea

verde per dominare, espellere, affamare e umiliare un intero popolo"

 

Lunedi' 31 Marzo ore 10,30

Facolta' di Scienze -Universita' di Roma Tor Vergata

Edificio So.Ge.Ne - Atrio tra i due bar

Via della Ricerca Scientifica,  snc       (Tuttocitta' tav. 61 C3)

 

REFUSENIK

 

IL CORAGGIO DI RIFIUTARE.

INCONTRO CON YUVAL LOTEM,

ATTIVISTA DI "YESH GVUL"

 

"YESH GVUL !"  (C' e' UN LIMITE !), e' UN GRUPPO PACIFISTA ISRAELIANO CHE

SOSTIENE, DIFENDE E ORGANIZZA  I REFUSENIKS, CIOe' COLORO CHE SI RIFIUTANO DI

PRESTARE SERVIZIO MILITARE NEI TERRITORI OCCUPATI DA ISRAELE NEL '67, E CHE

PAGANO CON IL CARCERE LA LORO COERENZA NELLA DIFESA DEI DIRITTI UMANI E NEL

RIFIUTO DI PRENDERE PARTE ALLA BRUTALE OCCUPAZIONE DEI TERRITORI

PALESTINESI.

YESH GVUL STA CERCANDO DI ESTENDERE LA PROPRIA ESPERIENZA DI

OBIEZIONE ANCHE AGLI ALTRI PAESI, TUTTI COINVOLTI NELLA GUERRA PERMANENTE DI

BUSH. IL LORO MESSAGGIO e' QUINDI ANCORA PIu' IMPORTANTE ORA, MENTRE

ASSISTIAMO ALLA GUERRA DI AGGRESSIONE ALL' IRAQ E CI PREPARIAMO

ALLA GUERRA INFINITA.

 

INTERVERRa'    Hatem Sandoqa

Coordinatore della Comunita' Palestinese  del Lazio

 

COMITATO CONTRO LA GUERRA

UNIVERSITA' DI ROMA  'TOR VERGATA'

 

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TRE. La situazione nel carcere femminile di al-Ramle

Articolo apparso sul Palestine chronicle, 15 marzo 2003, La situazione nel carcere femminile di al-Ramle

Amina Mona, la rappresentante delle carcerate di al-Ramle presenta agli avvocati una lettera di denuncia

accusando lŽamministrazione penitenziaria di non fornire cure mediche alle internate e denunciando abusi e violenze.

Secondo lŽassociazione per i diritti umani Law ci sono 26 donne palestinesi nella prigione di al-Ramle,

di cui 8 ragazzine, 4 detenute amministrative e una donna che viene dalle alture del Golan occupate da Israele.

 

Assistenza sanitaria inesistente

 

Asma Sibaaneh (45 anni), del campo di Jenin, arrestata lŽ11 febbraio, ha un cancro.

Amina denuncia la mancanza di cure mediche nonostante ci sia stata la visita di un medico

 che ha confermato lo stato di Asma.

Fahmi Shkeirat, avvocato dellŽassociazione Law, ha anche incontrato Iman Ghizawi di Tulkarim.

Iman (27 anni), sposata e madre di quattro figli, e' stata arrestata un anno e mezzo fa

con lŽaccusa di trasportare una bomba per metterla su un bus. Iman soffre di mal di denti e

prima dellŽarresto ha avuto lŽinnesto di denti artificiali che le sono tutti caduti in prigione.

 Alla fine di gennaio di questo anno, Iman ha ricominciato ad avere mal di denti e non riesce a

mangiare e bere. Il 2 febbraio le hanno detto che lŽavrebbero portata dal medico.

Le hanno anche detto che lŽavrebbero portata alla prigione di Salem vicino a Jenin per

testimoniare contro suo marito. Lei ha rifiutato di andare in tribunale. Allora una donna

ha negoziato con una guardia e lei e' andata dal dentista. Ma la guardia insisteva che Iman

 doveva andare in tribunale. Iman si rifiutava dicendo che aveva mal di denti e non poteva

andare su un bus. Allora e' stata attaccata dalle guardie che hanno pestato su mani e piedi e

lŽhanno costretta a prendere lŽautobus. Quindi lŽhanno lasciata sul bus dalle 10 di mattina

alle 3 di notte e poi e' tornata nella prigione di al-Ramle.

Le sue condizioni sono peggiorate e lei e' stata portata ancora da un dottore che le ha detto

che non ha una nutrizione adeguata, ma non le ha dato nessuna medicina. Al ritorno in prigione.

, Iman e' svenuta. Le prigioniere hanno cercato di aiutarla dandole cibo e coperte,

ma senza risultato. Non riusciva a stare in piedi. Solo il 3 marzo Iman e' stata portata da

un dottore che le ha fatto delle iniezioni per alimentarla.

La rappresentante delle donne, Amina ha detto a Law che fu organizzata una protesta dopo che

lŽamministrazione penitenziaria ha rifiutato urgenti trattamenti sanitari a unŽaltra donna.

 

Condizioni da deportati

La madre di due bambini, Asma Salih (26 anni) di Silwad, nel nord-est di Ramallah e' stata

strappata dalla sua casa solo perche' non possiede un documento israeliano ne' palestinese,

ma viene considerata come residente nel West Bank. Asma Salih e' stata arrestata il 2 febbraio

 e presa in ostaggio insieme a tre cugini per costringere suo marito Ibrahim Hamed a

 consegnarsi allŽesercito israeliano essendo un ricercato. Le viste dei familiare vengono

respinte

Amina ha detto allŽavvocato di LAW Shkeirat che le viste dei familiari sono vietate come

punizione della protesta di cinque ragazze tenute in isolamento per una settimana senza acqua.

 Venivano loro restituiti i vestiti solo dopo che lŽacqua piovana le aveva inzuppate.

 

Niente studi

Le donne e le ragazze che frequentavano il liceo o lŽuniversita' hanno dovuto interrompere

 gli studi e non possono neppure andare agli esami.

 

LAW - LŽassociazione palestinese per la protezione dei diritti imani e dellŽambiente

e' una organizzazione non governativa che monitora lo stato dei dirtti umani tramite dei legali.

 LAW e' associata alla Commissione internazionale dei giuristi

(International Commission of Jurists (ICJ), alla federazione internazionale per

i dirtti umani (International Federation for Human Rights (FIDH), e allŽorganizzazione

 monidale contro la tortura (World Organization Against Torture (OMCT).

(Emma)

 

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QUATTRO. Din on Web

http://www.donneinnero.org

 

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CINQUE. "Avvenimenti" di oggi

Oggi e' in edicola Avvenimenti con un articolo sui disastri provocati dall'occupazione sul sistema

sanitario palestinese.

 

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SEI. Micheal Moore

"Viviamo in tempi irreali, dove una elezione irregolare ha prodotto un presidente immaginario,

che ci ha mandato in una guerra inventata per ragioni fittizie.

Mister Bush, vergogna. Vergogna.

Se qualcuno riesce a inimicarsi anche il Papa allora e' proprio finito".

Michael Moore nel ricevere il Premio Oscar, Hollywood, 24 marzo

 

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SETTE. Civili iracheni uccisi, ecco il "database". E' un lavoro serio ed importante.

http://www.iraqbodycount.net/bodycount.htm

 

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OTTO. Profughi turisti

In tempo di guerra la Lega Nord offre i suoi sentimenti peggiori: «Profughi? meno ne vengono meglio e'. E poi non vedo perche' dovrebbero venire da noi. Se uno e' profugo si ferma nel primo paese che trova. Se no, e' un turista».

Francesco Speroni, capo di gabinetto del ministro Bossi, 24 marzo, da  La striscia rossa dell'unita'

 

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NOVE. Devi invadere l'Iraq

http://www.markfiore.com/animation/corrections.swf

 

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DIECI. Voci

Rifuggono la propaganda Usa, cercano una scorciatoia nell'imposizione irachena.

Sono giornalisti indipendenti, militari anonimi, residenti di Baghdad o esiliati.

Tutti con una voce del tutto personale sulla guerra.

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,174375,00.html

 

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UNDICI. Iraq T-shirts

http://www.iraqtshirts.com/?code=iqcm324

 

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DODICI. Ma lŽarsenale proibito e' "made in Usa"

dal Corriere della Sera (31 dicembre 2002) 

E. C.

 

WASHINGTON - La denuncia del Washington Post e' bruciante. «Una inchiesta del Senato nel '94 stabili' che gli Stati Uniti negli Anni Ottanta fornirono all'Iraq grandi quantita' di sostanze utilizzabili per la produzione di armi chimiche e batteriologiche, dallŽantrace agli insetticidi», proprio quegli ordigni che oggi George Bush giura di distruggere. Quelle forniture comprendevano anche armi «convenzionali» ma non meno letali cone le «bombe a grappolo». Il giornale di Washington, che ieri titolava a tutta pagina «Gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo chiave nel riarmo iracheno», spiega che la svolta - prima i due Paesi non avevano relazioni diplomatiche - avvenne con la direttiva 114 del 26 novembre dell'83 del presidente repubblicano Ronald Reagan. E precisa che a realizzarla fu Donald Rumsfeld, l'attuale ministro della Difesa, capofila della corrente dellŽamministrazione Bush che vuole annientare Saddam, allora uomo d'affari ed emissario occasionale della Casa Bianca: il suo incontro con il rai's a Bagdad nel dicembre 1983 condusse alle forniture militari e alla normalizzazione dei rapporti tra gli Usa e l'Iraq.

Conclude il Washington Post : «Bush giustifica la guerra con il riarmo iracheno, ma non prende atto che esso comincio' quando Saddam era un prezioso alleato degli Stati Uniti».

Il retroscena non e' del tutto nuovo. Lo sono tuttavia i documenti su cui il giornale basa le sue rivelazioni: che le bombe a grappolo furono inviate allŽesercito iracheno attraverso una societa' cilena, la Cardoen; che l'antrace gli fu fornita dal Pentagono; che fra le ditte fornitrici di pesticidi ci furono la Union Carbide e la Honeywell, due giganti dellŽindustria Usa. La direttiva 114, spiega il Washington Post , resta segreta. Ma non lo sono piu' le deposizioni di alcuni protagonisti minori dell'alleanza Stati Uniti-Iraq di quel tempo. Una svela che la Superpotenza «concesse milioni di dollari di credito a Saddam Hussein, lo aiuto' con lo spionaggio e i consiglieri militari, e gli garanti' i mezzi necessari a vincere il conflitto con l'Iran». Il tutto pur sapendo che nei combattimenti contro gli iraniani «venivano usate armi chimiche quasi quotidianamente».

Il Washington Post e' critico verso la politica di Bush nei confronti di Bagdad. E nella sua ricostruzione si concentra su Rumsfeld, che oggi sostiene che nell'83 diffido' il rai's dallŽimpiego di armi di distruzione di massa: «Non risulta dalle minute del loro incontro di 90 minuti» protesta il giornale. Che racconta anche come Bush padre, che assunse la presidenza nel gennaio '89, continuo' sulla linea tracciata da Reagan, sebbene la Cia gli avesse presentato le prove che il dittatore iracheno usava le armi chimiche anche contro la popolazione curda nel Nord dellŽIraq. Un memorandum del dicembre di quell'anno del ministero del Commercio autorizza la Dow Chemical a vendere pesticidi all'Iraq per un milione e mezzo di dollari «anche se fortemente tossici per gli esseri umani».

Tutto perche' l'Iran dellŽayatollah Khomeini, allŽapice della rivoluzione islamica, era ritenuto il piu' pericoloso nemico dell'America, una potenza destabilizzante che, con lŽobiettivo di esportare la rivoluzione islamica, poteva fare crollare i pilastri del Golfo Persico e del Medio Oriente, dall'Arabia Saudita alla Giordania.

IL NEMICO COMUNE NellŽ80 lŽIraq attacca lŽIran degli ayatollah. NellŽ82 gli Stati Uniti cominciano a fornire a Bagdad servizi di intelligence sul campo per impedire una vittoria iraniana

 

LŽINCONTRO

1983: lŽallora inviato Usa in Medio Oriente Donald Rumsfeld (oggi ministro della Difesa) vola a Bagdad per incontrare Saddam Hussein

DIPLOMAZIA

1984: vengono ristabilite piene relazioni diplomatiche tra Usa e Iraq

 

LŽINCIDENTE

1987: un missile iracheno colpisce per errore la nave da guerra Usa Stark

 

I GAS

1988: lŽIraq fa uso di gas nervino e uccide migliaia di civili curdi. Gli Stati Uniti chiudono un occhio.