Da Gaza 6/3/2020

Pubblicato il 7 marzo 2020 da Gazzella
 

Ieri il Ministero della Salute palestinese ha annunciato lo stato di emergenza per sospetti casi di coronavirus nella citta’ di Betlemme. Alcune persone sono state messe in quarantena. Le prenotazioni degli hotel sono state cancellate e per i turisti, gia’ in Palestina, sono sospese le visite ai luoghi sacri e gli spostamenti. A Betlemme le moschee, le chiese e le istituzioni educative rimarranno chiuse per quindici giorni. Il COVID19 e’ oramai diffuso in oltre 80 paesi, e a fronte anche delle dichiarazioni poco rassicuranti dell’O.M.S., che da “’epidemia di un’emergenza sanitaria internazionale” riporta oggi a “ rischio globale molto elevato”, e’ naturale lo stato di apprensione che si sta diffondendo. Due milioni di palestinesi che vivono nella striscia di Gaza, sotto assedio israeliano da oltre 13 anni, temono un’ infezione da Coronavirus tanto da percepirla come una catastrofe, anche perche’ sono consapevoli che oltre alla diffusione del virus devono fare i conti con la mancanza delle strutture sanitarie. Causa l’occupazione israeliana il sistema sanitario della striscia di Gaza e’ al collasso; secondo il Ministero della Sanità Palestinese, il 45% delle medicine essenziali sono in esaurimento e ai malati vengono somministrati un terzo o la meta’ della dose necessaria; il 60% delle forniture di laboratorio hanno esaurito le scorte nei magazzini. Inadeguate attrezzature per la cura e la prevenzione, interruzioni continue di elettricita’, erogata per sole 6/8 ore al giorno Un sistema sanitario in agonia che non puo’ garantire gli standard di igiene di base, rendendo così più facile la diffusione di infezioni. Il personale medico e paramedico molto spesso non ha le adeguate condizioni igieniche per lavare le mani e si registra la carenza di materiali monouso quali guanti e il cloro per la disinfezione. In questa situazione la sicurezza sanitaria e’ fortemente compromessa.

Nella striscia di Gaza sono 2.200 i posti letto disponibili negli ospedali tra quelli pubblici e quelli delle Organizzazioni non Governative. Dei tredici ospedali pubblici, sotto il controllo del Ministero della Salute di Gaza, solo quattro hanno la terapia intesiva per complessivi 42 posti letto: Shifa hospital in Gaza City con 14 posti letti; El Quds hospital in Deir Balah con 4 posti letto; European hospital in Khan Younis con 12 posti letto e Nasser hospital in Khan Younis con 12 posti letto. Nell’eventualita’ di dover far fronte ad una emergenza di infezione da COVID19, il Ministero della Salute di Gaza sta valutando la possibilita’ di aggiungere altri 20/26 posti letto attrezzati per la ventilazione, a fianco dei reparti di terapia intensiva. In queste condizioni come potra’ la struttura sanitaria della striscia di Gaza affrontare un’ eventuale emergenza e controllare il diffondersi del Coronavirus, considerando anche che 2 milioni di palestinesi vivono su un territorio di 360kmq?

Gaza 6 marzo 2020 G.B.

Shifa hospital

Shifa hospital

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