Notizie da Gaza: Il caso Ayyub

Pubblicato il 8 aprile 2012 da Gazzella
 

Ayyub è nato a Beit Hanun il I marzo 1992. L’ho incontrato la prima volta nel 2008, aveva16 anni quando è stato inserito nel progetto GAZZELLA di adozione di bambini e ragazzi palestinesi feriti da armi da guerra. Ayyub entra nel progetto di adozione perché la mattina del 28 aprile 2008, mentre tornava a casa da scuola, sotto il bombardamento israeliano ha perso la gamba destra, alcune dita della mano sinistra e ha riportato varie ferito sul corpo.

 Ho avuto occasione di rivedere Ayyub nel 2010: vive in una casa povera con la madre, il padre, sei fratelli e una sorella. Della famiglia lavora solo il padre, fa l’autista. La vita di Ayyub è cambiata dall’aprile 2008: non vuole più andare a scuola, vive momenti di forte depressione e fa i conti con le difficoltà derivanti dalla mutilazione, utilizza le stampelle per camminare, ma non ha perso la voglia di vivere.

Inizia a frequentare il centro di riabilitazione Assalama di Jabalia, si ritrova con gli amici e condivide con loro parte della giornata presso il centro ricreativo che l’associazione benefica mette a disposizione.

Nella primavera del 2011 Ayyub, con altri ragazzi e ragazze feriti, entra nel progetto di assistenza ai disabili e si apre per lui la possibilità, con un intervento, di avere un arto artificiale. Viene così predisposta la documentazione medica per il suo trasferimento in un ospedale in Slovenia.

È il primo giugno 2011 quando Ayyub con altri 30 ragazzi palestinesi di Gaza, con invalidità permanenti, arriva al posto di blocco di Erez. Solo 15 ragazzi potranno lasciare la striscia di Gaza per l’ospedale europeo, agli altri, tra cui alcune ragazze, viene rifiutato il visto di uscita.

Il nostro Ayyub è uno dei 15 ragazzi che passa il posto di blocco Erez: tutto in regola.

Dopo circa tre settimane di permanenza nell’ospedale sloveno, Ayyub ha un arto artificiale e con gli altri ragazzi, è sulla strada del ritorno.

Ma questa volta il permesso e il visto non sono più in regola.

Ayyub viene fermato al posto di blocco di Erez il 23 giugno 2011, trattenuto in isolamento dalla sicurezza israeliana e poi trasferito nel carcere di Ashkelon e oggi dopo 9 mesi Ayyub è nel carcere di massima sicurezza di Beer Sheva.

Ho incontrato i genitori di Ayyub i quali mi raccontano che quando sono stati informati dell’arresto del figlio hanno chiesto spiegazioni all’associazione che accompagnava i ragazzi, si sono rivolti alla Croce Rossa Internazionale e all’Associazione per i Diritti Umani di Gaza “al-Mizan”, ma nessuno è stato in grado di fornire una qualche risposta. La madre mi dice che Ayyub ha problemi respiratori e che dopo l’arresto ha avuto altri problemi derivanti dall’intervento per l’applicazione dell’arto artificiale. I genitori non hanno mai potuto far visita al figlio e gli effetti personali sono stati mandati attraverso i referenti della C.R.I. che, pare, insieme all’avvocato siano gli unici che hanno potuto incontrare Ayyub una sola volta.

L’avvocato che segue Ayyub conferma che il ragazzo è stato arrestato al suo rientro dalla Slovenia. Gli israeliani accusano il ragazzo di far parte di un’organizzazione terroristica. Mi racconta l’avvocato che secondo quanto si desume dagli atti di accusa Ayyub avrebbe dovuto essere morto, ucciso durante un’operazione dell’esercito israeliano; invece dal “casuale” controllo dei documenti al rientro dalla Slovenia, i servizi segreti -Shin Beth-, hanno accertato che quell’Ayyub, presunto morto, era vivo.

Per maggiori informazioni sulle condizioni di salute del ragazzo mi sono rivolta all’Associazione per i Dritti Umani di Gaza “al-Mizan” che sta seguendo il caso.

Confermano che Ayyub era stato arrestato il giorno 23 giugno 2011, con l’accusa di essere un affiliato a un’organizzazione terroristica fin dal 2007 all’età di 15 anni! All’Associazione mi dicono che dal momento dell’arresto non hanno potuto far visita al ragazzo e che le prime settimane di detenzione le ha passate in cella di isolamento ed è stato trasferito successivamente in un’altra cella con altri detenuti.

Avevo incontrato Ayyub quando aveva 16 anni ed era sofferente a causa delle ferite; è stato inserito nel progetto GAZZELLA per aiutare la famiglia a curarlo e migliorare le sue condizioni psichiche e fisiche.

GAZZELLA continuerà a sostenere la sua famiglia.

Aprile 2012

g.b.t.

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1 commento

  1. LUCIANA ha scritto

    AD AYYUB E A TUTTI I BAMBINI FERITI , DA UNA GUERRA COSI IGNOBILE TI ABBRACCIO FORTEMENTE , E TI MANDO TANTI BACI, MANDA UN BACIO ANCHE ALLA TUA TERRA LA PALESTINA CHE AMO TANTO. CIAO AYYUB DA LUCIANA. UN BACIONE DALL’ITALIA.

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